L e credenze che abbiamo su noi stessi, sulle nostre qualità, sulle competenze e i modi di pensare o sentire, formano la nostra immagine personale. Essa è la valutazione che facciamo di noi stessi, sulla base di sensazioni ed esperienze che abbiamo interiorizzato nel corso della vita. Ci consideriamo svegli o sciocchi, capaci o incapaci, siamo fieri di noi o no; questa autovalutazione è molto importante perché da essa dipende in larga parte la realizzazione del nostro potenziale e gli obiettivi che ci poniamo nella vita. In questo senso, le persone che si sentono bene con se stesse, hanno una buona stima di sé, e sono quindi in grado di affrontare e risolvere le sfide e le responsabilità che la vita gli pone. Al contrario, quelli con bassa autostima tendono a limitare se stessi e a fallire.
Folon J. M.
La bassa autostima è legata ad una discrepanza tra il sé reale e il sé ideale. Il sé reale è la valutazione oggettiva che facciamo di noi stessi mentre il sé ideale è ciò che si vorrebbe essere ed è influenzato da molti fattori (famiglia, cultura, società). Quando questa discrepanza è molto marcata, anche la persona più dotata e competente può sentirsi fallita e incapace, perché gli standard con cui si confronta sono estremamente rigidi ed elevati e permeati di perfezionismo. La persona può credere che fallire in una singola cosa significhi essere un fallimento totale su tutto oppure pensare nel modo “tutto o niente”: o una cosa riesce alla perfezione oppure è un disastro. Il circolo vizioso che può rinforzarsi è che la persona criticandosi in modo così feroce può rafforzare l’idea che non è abbastanza e quindi riconfermarsi nella sua visione mediocre e pessimista. La consulenza psicologica può aiutare la persona a riflettere in modo “non contaminato” su sé stessa, analizzando quale dialogo interno mette in atto per boicottarsi e rinforzare le false credenze su se stesso e sulle sue prestazioni, questo al fine di comprendere che non è lui sbagliato ma è irrealistica la perfezione che vuole raggiungere.